2004 OPERA MUTANTE #1

Da OM 1 a OM 12

NOTE TECNICHE
Opera mutante #1 è interamente realizzata con la voce. Tutte le sorgenti sonore escono da un microfono e successivamente vengono trattate al computer. Le voci sono in gran parte di DenDon Khurmookum (Sergio “Fox”Volpato), in alcuni casi appaiono voci di E.C.I. Papatrin (Elio Caneva) e DinDin Khurmiikim (pronipote di DenDon Khurmookum); produzione Tomatokubiko (il figlio di Plasticost). Non sono stati utilizzati sintetizzatori né tastiere elettroniche. Registrato e mixato nel mese di Luglio 2004 nello studio Khurmookum.
“100 calchi per 100 pensieri” di Stefano Bertoncello si tenne dal 25 Settembre al 10 Ottobre 2004 all’ ex Chiesetta di San Marco di Marostica (Vicenza). L’atmosfera creata all’interno dello spazio allestito poteva ricordare un mausoleo o il ponte di comando di un’astronave aliena.

LA STORIA

DenDonKhurmookum, giovane archeologo spazio-temporale senza speranze, è in viaggio attraverso le regioni del Nord Afropa (nota 1). L’area sterminata dove, tanto per cambiare si è perso, è formata da una distesa di sabbie, nessun cenno di vita, solo le ombre crepuscolari delle dune. Ad un certo punto lui sprofonda per decine di metri che presto diventano centinaia: poi, come tutto ciò che scende, egli si ferma. (brano 1)

Nota 1: siamo circa nel 2800, l’ Africa e l’Europa si sono unite geologicamente, dopo secoli di eccezionali eventi naturali, formando un unico continente, cancellando di fatto il Mare Mediterraneo.
Ed eccolo d’ un tratto in mezzo ad una zona ricca di vegetazione. Segue un piccolo sentiero di pietre che cantano “mememeeee” ed entra in un’ enorme cripta, umida e fresca. Gli oltre 100 calchi facciali appesi alle pareti lo salutano indifferenti. “Zibizibi” e “Uouououomeooo” (lo presentano al pubblico). Tutti ridono mentre chiacchierano tra di loro con una certa animosità (anche perché non è di tutti i giorni ricevere visite). L’ incaricato ai convenevoli verso gli stranieri gli racconta la vicenda di quella permanenza eterna totalmente pensante. (brano 2).

Gli oltre 100 calchi sono una potente rete capace di modificare gli eventi con estrema facilità. L’ unica controindicazione sta nel fatto che per farlo è necessaria una potente concentrazione di tutti e i presenti sono degli inguaribili fannulloni indisciplinati. Nella cripta si campa bene, senza intrusi, senza lavorare, dormendo spesso e giocando a “mindword”. Infatti “Grogro” sta russando a meraviglia e nessuno osa svegliarlo (sarebbero dolori per tutti). (brano 3).

A Didik (diminutivo con il quale l’archeologo viene soprannominato) vengono spiegate molte cose, a partire dal fatto che le oltre 100 personalità sopravvivono mentre i corpi sono purtroppo scomparsi in seguito agli eventi naturali che hanno generato Afropa. Qui si sta come in un vecchio bar, dove gli amici si ritrovano per il celebre rito del cazzeggio. (brano 4).

La triste vicenda del disastro di Afropa viene riecheggiata dai presenti ricordando il vento che li spazzò via, dai bambini che cantavano e che in un attimo scomparvero, alla folle teoria di quello svalvolato di Jeremy Bentham (nota 2) che qualcuno dopo anni volle mettere in pratica iniziando così a sconvolgere il pianeta. (brano 5).

(2) Jeremy Bentham, architetto di fine ‘700, teorizzò un edificio avente un sistema di totale controllo, in particolare rivolto a carceri o manicomi, noto con come “Panopticon”.
I popoli iniziarono a pregare come forsennati, come sempre accade in queste funeste occasioni, mentre altri si dedicarono a stili di vita disordinati e libertini. Comunque, ad un certo punto, il vento segnalò il disastro (brano 6).

Solito caos cittadino, fuggi fuggi generale come nei film catastrofici dell’epoca e così via (brano 7).

Stefano Bertoncello, artista, secoli prima (approssimativamente tra l’ anno 2003 ed il 2004) creò una serie di calchi da esporre in una galleria. Oltre 100 individui, amici e amici degli amici, si prestarono per immortalarsi. Accadde non si sa come (questa non è materia per esploratori né per narratori), che dentro la materia gessosa venisse installata una specie di copia della memoria di ognuno. L’artista non se ne rese assolutamente conto, comunque ciò avvenne. Per secoli i calchi rimasero intatti e finirono chissà come in Africa dove rimasero in una soffitta. Quando avvennero i disastri iniziati nel 2500 i calchi sprofondarono in una porta dimensionale, finendo dove Didik li trovò (brano 8).

Ora stanno cantando, probabilmente per decidere se la Mongolia vincerà i mondiali di caduk. Sentite questo ritmo? Stanno avanzando l’ipotesi di fermare una stupidissima guerra generata da un pazzoide di una nazione certa di essere nel giusto (brano 9).

“Oioioio” conferma che Afropa è il continente più bello e pulito del pianeta Terra. Era ora, dopo millenni di sofferenze! “Mimimimimi” sta guardando una nuova attrice: che fai mimimimimi? “Scisciscisci” beve, è la pecora nera del posto, dorme e beve, beve e dorme, come “Grogro” che nessuno osa svegliare (brano 10).

Quello là lo chiamiamo “Bittel Tony”, suona e canta il rock’n’roll, continua a richiedere un’ aggiunta al suo calco, vorrebbe una specie di capigliatura a forma di banana come un tipo che nell’antichità si esibiva a Las Vegas (brano 11).

DenDonKhurmookum sta pensando che questa scoperta lo porterà agli altari della notorietà, ma ancora non sa come uscirà dalla cripta. E poi, dove se ne andrà appena sarà fuori? Ovviamente si smarrirà di nuovo, come sempre accade da quando è stato colpito da un’ infinita sfortuna (Giove dissonante, commenta l’amico astrologo). La rete dei calchi crea una potenza energetica quasi soffocante. Nel silenzio, tra l’umidità e la fresca quiete del posto, la rete mentale emana una meravigliosa luce, un arcobaleno armonioso, un fantastico caleidoscopio di colori e figure. Lui pensa di rimanerci per sempre, ma qualcosa gli suggerisce di non essere molto desiderato, avesse almeno il calco! Pura sfortuna, non c’è che dire. Esce dalla cripta e si immerge nella foresta mentre le pietre del sentiero cantano un inno scivoloso. Si perde, doveva prendere il sentiero di destra e ha preso quello di sinistra (gli capita sempre). Stava pensando ad altro, progettava la prima Opera Mutante “degli oltre 100 calchi”. Ora cammina senza meta, mentre l’arcobaleno di luci che sbuca da alcune fessure della cripta crea una serie di piccoli fasci. Anche la luce naturale si spegne. Glielo dicevano sempre gli amici che si perdeva sempre con un niente! (brano 12)